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LIBERI DALL’ABUSIVISMO

Comunicare la lotta all'abusivismo, un compito delicato

Quando Prefettura, istituzioni e associazioni economiche locali ci hanno commissionato la campagna contro l’abusivismo sulle spiagge, ci si è subito posto uno dei problemi più delicati da affrontare in questo campo. Comunicazione sociale o di pubblica utilità va bene, ma in questo caso per cosa, e chi è il nemico? Come essere etici ed efficaci verso il pubblico più vasto senza mancare di umanità verso gli ultimi? In che modo promuovere il rispetto della legalità senza suonare spietati con i “poveri cristi” che girano sulle nostre spiagge con ogni sorta di merce contraffatta?

Da una parte occorreva un messaggio volto a condannare ogni abusivismo con un’immagine forte; dall’altra bisognava avere il tatto necessario per trattare questo tema così spinoso senza passare il segno.
Dopo decine di ipotesi e ripensamenti, siamo riusciti a creare un head e un’immagine che facessero al caso nostro. Liberi dall’abusivismo con una solida ball and chain, tipica dell’immaginario law and order, che si fonde con la merce abusiva. Il messaggio è forte e chiaro: l’abusivismo fa male a tutti, ma i primi a rimetterci, nell’economia criminale, sono proprio gli abusivi che vediamo ogni giorno, perché sono schiavizzati dal crimine. Liberare noi dall’abusivismo vuol dire – almeno in parte – spezzare anche le loro catene.

Insomma: è per un impegno etico, prima ancora che economico, che non bisogna comprare i prodotti abusivi. Ogni acquisto, lungi dall’aiutare gli ultimi anelli della catena, intensifica solo il loro sfruttamento.

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